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パトリツィア・カヴァッリ詩選集

Patrizia Cavalli. Poesie scelte

パトリツィア・カヴァッリ

Patrizia Cavalli
パトリツィア・カヴァッリ

Patrizia Cavalli (1947-2022)
“Non ci sono parole belle o brutte. Tutte sono stupende. Purché siano reali e pertinenti. Spesso le parole sono usate in modo orribile, e alcune vengono logorate dall’uso. Perciò bisogna aspettare che ritrovino un’innocenza.”
Poetessa e scrittrice italiana. Nata e cresciuta a Todi, nel 1968 si trasferisce a Roma. Durante gli studi di filosofia conosce Elsa Morante, che scopre in lei la vocazione per la poesia e dalla cui frequentazione scaturisce nel 1974 la sua prima raccolta, Le mie poesie non cambieranno il mondo. Nel 1976 viene inserita da Biancamaria Frabotta nell’antologia Donne in poesia – Antologia della poesia femminile in Italia dal dopoguerra ad oggi. Altre sue raccolte poetiche sono Il cielo (1981), L’io singolare proprio mio (1992), Sempre aperto teatro (1999), La guardiana (2005), Pigre divinità e pigra sorte (2006), La patria (2011), Vita meravigliosa (2020). La sua unica produzione in prosa è Con passi giapponesi (2019), vincitrice del Premio Campiello. È inoltre traduttrice di Molière e Shakespeare. Insieme alla cantautrice Diana Tejera realizza nel 2012 il libro/disco Al cuore fa bene far le scale.

Patrizia Cavalli. Poesie scelte

Patrizia Cavalli

Da Poesie 1974-1992 (Einaudi, 1992) pp. 5, 142, 148
Qualcuno mi ha detto
che certo le mie poesie
non cambieranno il mondo.
Io rispondo che certo sí
le mie poesie
non cambieranno il mondo.


Se ora tu bussassi alla mia porta
e ti togliessi gli occhiali
e io togliessi i miei che sono uguali
e poi tu entrassi dentro la mia bocca
senza temere baci disuguali
e mi dicessi: «Amore mio,
ma che è successo?», sarebbe un pezzo
di teatro di successo.


Tu te ne vai e mentre te ne vai
mi dici: «Mi dispiace».
Pensi cosí di darmi un po' di pace.
Mi prometti un pensiero costante struggente
quando sei sola e anche tra la gente.
Mi dici: «Amore mio mi mancherai.
E in questi giorni tu cosa farai?»
Io ti rispondo: «Ti avrò sempre presente,
avrò il pensiero pieno del tuo niente».
Da Sempre aperto teatro (Einaudi, 1999) pp. 29, 68
Contro quelle che silenziose siedono
molto annoiate, una mano nella tasca
che si gingilla con chiavi padronali
mentre qualche bottone gli si slaccia
della camicia maschia, e a schiena dritta
la faccia di tre quarti, sembra che ascoltino
ma non stanno ad ascoltare, difese
da muraglie di braccioli schienali scrivanie,
intatte e scure, maestrali e punitive,
che tengono in dispensa liste nere,
tirannucce stizzose di regni fatti in casa,
che si son fatte madri per potere
vantarsi di esser madri; tenaci costruttive,
col calendario zeppo d'occasioni,
sempre pronte a riunirsi nel nome di qualcosa
che sia mimosa o rosa; folte affiliate,
mai sole o scompagnate; che ogni anno
redigono un programma, come un menú che cambia,
di sentimenti dovuti o ricercati
- ieri «La Forza» e oggi «Grazie Mamma» -
e però accondiscendono anche all’arte
mentre in segreto ne vogliono far parte
scambiandola per quello che non è,
e intanto nell’attesa si accaniscono
in fantasie spicciole e deluse


- sognano Capri e arrivano a Frascati,

e col biglietto di ritorno in tasca –
contro queste ho giurato guerra eterna,
ma poi, non so, qualcosa mi ha distratto

Ognuno ha il suo mistero,
il mio è il mal di testa,
com'è che mi ridesta sempre l'amore?
Vieni, mio amore, vieni, ho il mal di testa.
Il mal di testa abbatte la memoria,
ma se la testa perde la memoria
c'è il cuore che raccoglie la memoria,
ma il cuore è atemporale senza storia,
cosí vecchio dolore diventi gioia nuova.
Da Pigra divinità e pigra sorte (Einaudi, 2006) p. 133
È tutto cosí semplice, sí, era cosí semplice,
è tale l'evidenza che quasi non ci credo.
A questo serve il corpo: mi tocchi o non mi tocchi,
mi abbracci o mi allontani. Il resto è per i pazzi.
Da Datura (Einaudi, 2013) pp. 33, 74
Questa notte perfetta, questa ora cosí dolce,
il silenzio, e nessuno che disturbi
in questa casa esposta solo al mare e al cielo
nella temperatura giusta della carne,
io senza carne qui di fronte a te
mentre mi annoio e mentre tu ti annoi e credi
che rompere il silenzio rompa la noia
che invece ogni parola accresce. E adesso?
Annoiarsi da soli forse è un lusso,
ma annoiarsi in due è disperazione
- non è noia che placida risieda,
ma attivamente lavora nel mio sangue
e mi fa scarsa e debole, mi estingue.

Amor che fa la rima
sta un po’ meglio di prima
Amor che rima fa
tanto male non sta
Da Vita Meravigliosa (Einaudi, 2020) pp. 7, 21
Saliva le mie scale con una torva malinconia
brutale, io l'aspettavo fuori dalla porta
ma era cosí assorta nella sua ascesa
quasi rinocerontica mortale
che solo giunta in cima mi vedeva
improvviso bersaglio da incornare.
Allora io da matadora accorta
veloce mi spostavo e lei incornava
dritta al mio letto il vano della porta.

Cosa non devo fare
per togliermi di torno
la mia nemica mente:
ostilità perenne
alla felice colpa di esse quel che sono,
il mio felice niente.

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